"Per 336 anni incorrotto, il tuo corpo colto dal sonno eterno
in genuflessa contemplazione, stringendo al petto la croce del divino redentore
e tra le mani un volume traboccante di preghiera, mantenne meravigliosa integrità,
segnando via sublime e commovente per il desiato premio conquistato."
Le Reliquie → Il Corpo Santo : i sacri e preziosi resti mortali di S. Nicolò Politi eremita d'Adrano
Dopo il ritrovamento del corpo incorrotto di S. Nicolò Politi, da parte del bovaro Leone Rancuglia il 26 agosto del 1167, i sacri resti mortali furono trasportati al Monastero del Rogato (in conseguenza dei prodigi avvenuti durante il cammino verso Alcara, per manter fede alla promessa fatta ai monaci e perché Nicolò apparteneva a quella "famiglia" monastica).
Al Rogato il Beato Corpo o Corpo Santo fu collocato presso l'altare della chiesetta, dove si conservò vivido ed integro per circa 336 anni all'interno di una cassa di cipresso, fino al 1503, anno della grande rogazione in cui avvenne il Miracolo della Pioggia.
Per grazia di Dio si conserva a tutt'oggi, in discreto stato di conservazione, pressocché tutto il Sacro corpo di Nicola.
Le Reliquie di San Nicolò Politi sono sostanzialmente suddivise tra le città d Alcara li Fusi (ME) ed Adrano (CT), presso le rispettive Chiese Matrici.
Le Sacre Reliquie di S. Nicolò Politi nella città di Adrano
- Il Sacro Teschio (privo di mandibola) collocato all'interno di una reliquiario dotato di vetri e dotato di un relativo scrigno e di un astuccio.
L'insigne reliquia giunse ad Adrano il 29 Agosto del 1926 e ancora oggi ne risulta visibile sulla tempia sinistra la traccia del miracolo del sacro capello, che diede luogo al prodigioso sanguinamento del santo capo di S. Nicolò Politi avvenuto intorno l'anno 1525.
Protagonista e autorevole testimone del prodigio fu l'allora Arcivescovo di Messina, Antonio La Lignamine, che, scampato alla seconda epidemia di peste di Messina dopo essersi rifugiato ad Alcara, desiderando possedere una piccola reliquia del taumaturgo e glorioso anacoreta, fattosi aprire la cassa reliquiaria staccò dalla testa del santo uno dei capelli. L'Arcivescovo si ritrovò immediatamente con il braccio paralizzato e sangue vivo fuoriuscì dal punto in cui il capello era stato tolto. Rimesso al suo posto il capello il sanguinamento cessò e il braccio dell'Arcivescovo tornò sano.
Reliquiario e scrigno sono stati realizzati con la tecnica della fusione a cera persa, conrispettivamente 8 e 40 kg d'argento tit. 800 ‰ e targhette dedicatorie in oro massiccio (120 g per lo scrigno), opere del prof. Nino Giordano da Siracusa su incarico ricevuto il 24 Novembre 1926 dalla Commissione formata dal Sindaco Chiavaro, Bar. Gaetano Ciancio Polizzi, Cav. Domenico Sangiorgio Gualtieri, Cav. Antonino Ciancio Polizzi, Sac. Angelo Bua, Sig. Cortese Giuseppe e dal prevosto sac. Pietro Branchina.
Lo scrigno fu realizzato mediante le offerte dei fedeli di Adrano, mentre il reliquiario fu fatto costruire a proprie spese dai Nob. Coniugi Cav. Domenico Sangiorgio Gualtieri e Marietta Sangiorgio-Sidoti, da loro figlio Dottor Giovanni Vincenzo e dalla zia materna di quest'ultimo, Carolina Sangiorgio-Sidoti.
L'astuccio è in legno finemente scolpito e decorato è opera realizzata nell'anno 2009 dall'ebanista adranita Pier Paolo Tomaselli con l'aiuto del padre Giuseppe su commissione e per devozione al Santo dei concittadini Nicolò Messina e Antonio Ricca.
- Alcune reliquie ex pellis capitis ed ex ossibus capitis cioé frammenti di pelle mummificata prelevati dal sacro teschio o piccoli frammenti delle ossa del cranio (distaccati naturalmente e raccolti dalla bambagia su cui poggia il sacro teschio, che periodicamente viene sostituita) sono sigillati e custoditi in alcune delle parrocchie di Adrano ( S. Paolo, SS. Filippo e Giacomo). Alcune di queste reliquie ottenute dal "cotone di S. Nicola" sono state in alcuni casi diffuse a privati cittadini per favorire la devozione, tra queste anche alcune schegge di dimensioni più significative (qualche centimetro).
- Un Sacro Dente, dell'arcata dentale superiore del santo anacoreta, conservato in un reliquiario d'argento sbalzato, ivi collocato dopo l'Agosto dell'anno 1926.
- Un piccolo frammento d'osso di un Santo Braccio, custodito in un reliquiario un tempo custodito presso il Monastero di S. Chiara.
- Il Sacro Libro, o meglio ciò che ne rimane.
Oggetto di speciale venerazione e prezioso reperto paleografico bizantino e costituito da otto fogli e mezzo di pergamena con testi in lingua greca sulle due facce di ogni pagina, databili tra il IX e il XII secolo, appartenenti al libro che il santo eremita aveva tra le mani al momento della morte e sigillate all'interno di una raffinata e preziosa teca di forma cilindrica, realizzata a cura dei fratelli Petronio-Russo nell'800.
Il Sacro Libro, originariamente costituito di 32 fogli di pergamena e 2 tavolette in legno per copertina, fu custodito nella sua interezza ad Alcara Li Fusi fino al novembre 1674, quando il Barone Giuseppe Spitaleri Bertolo di Adernò, con insistenti e ferventi preghiere, riuscì ad ottenerne la metà da padre Antonio da Alì, guardiano del Convento dei Cappuccini di Alcara dove si trovava la preziosa reliquia.
Gli Studi paleografici eseguiti all'inizio del 1900 dal dotto paleografo sacerdote di rito greco Filippo Matranga sui 32 fogli di pergamena, riuniti per l'occasione per merito del prevosto di Adernò e dell'arciprete di Alcara, rilevarono che le stesse fossero una collezione estratta da ben 4 o 5 volumi distinti, includendo le due pagine, databili al IX secolo, che erano state utilizzate come controcopertina, cioé incollate sulle tavolette di legno che fungevano da copertina del libro rinvenuto tra le mani del santo eremita.
Eseguito lo studio paleografico, le pergamene furono restituite alle rispettive città, tuttavia in Adrano dei 16 fogli alcuni furono donate per intero a privati, mentre altre, fatte a brandelli, furono distribuite a privati cittadini per la devozione personale. Se ne salvarono otto fogli e mezzo.
Fine peggiore ebbero quelle di Alcara, trafugate, insieme agli ex voto in oro nel 1978, quando fu profanato il sacello e il corpo del Santo.
Le Sacre Reliquie di S. Nicolò Politi nella città di Alcara Li Fusi
Il Corpo Santo è custodito presso la città d'Alcara Li Fusi in una splendida arca di cipresso rivestita interamente da lamine d'argento finemente cesellato, realizzata nel 1581 dell'argentiere catanese Paolo Guarna, privo chiaramente del Sacro Teschio.
All'interno dello scrigno del Guarna, le relique sono così disposte e distribuite:
- Nella parte inferiore sono collocate, avvolte in un lenzuolo di lino e nella bambagia, man mano sovrapposte, le ossa lunghe di gambre e braccia, il bacino ancora unito alla colonna vertebrale, le costole, clavicole, scapole e tutte le restanti ossa di minore dimensioni.
- Nella parte superiore sono invece custoditi in distinti involti, astucci e reliquiari a scatola e antropomorfi:
- Una scheggia d'osso o di pelle (non si hanno sufficienti informazioni in merito) posta all'interno di un pregevole braccio benedicente in argento;
- La Sacra Mandibola in una cassetta reliquiaria in argento finemente decorata e con lati in vetro;
- Una delle scapole del Santo è collocata in una teca reliquiaria realizzata da recente e che viene collocata all'interno del busto in argento che è condotto in processione in occasione dell'apertura dei festeggiamenti del Santo il 15 Agosto;
- I resti degli abiti, del cingolo, di uno degli strumenti di penitenza e di alcuni paramenti sacri (per i quali necessitano maggiori e precise informazioni; tuttavia dalle poche immagini disponibili è probabile che si tratti del microschima, il piccolo abito, o addirittura del megaloschima, l'abito angelico);
- All'interno dello Scrigno del Santo inoltre è anche presente una Sacra Costola di S. Lorenzo da Frazzanò, a seguito dell'incontro tra le comunità di Frazzanò ed Alcara Li Fusi del 22 Dicembre del 1665.
Le Sacre Reliquie di S. Nicolò Politi fuori dalle sue città
- Una Sacra Falange di un dito di una mano è custodita presso la cittadina di Frazzanò, a seguito del citato incrontro tra le comunità di Frazzanò ed Alcara Li Fusi del 22 Dicembre del 1665.
- Alcune reliquie ex pellis capitis, brandelli di pelle mummificata prelevati dal sacro teschio, sono presenti a Catania, Biancavilla, Centuripe, San Miguel de el Faique in Perù (missione in America Latina legata alla comunità di Adrano grazie al generoso operato di padre Stefano Buscemi), a S. Pietro nella Città del Vaticano a Roma presso la Santa Sede, precisamente nel reliquiario donato dalle comunità di Adrano e Alcara in occasione dell'anno giubilare concesso dal santo padre nell'anno 2007 (500° della santificazione). Un ulteriore frazione di pelle è stata donata dal Sac. Alfio Conti, il 26 agosto del 2006, all'allora sacerdote (oggi monaco) ortodosso Nilo Vatopedinos (al secolo prof. Giorgio Barone Adesi), allorquando Mandanici (ME) ospitava una comunità monastica ortodossa.
NOTA:
Una relazione sul contenuto dello Scrigno reliquiario del Santo presso Alcara Li Fusi è stata stilata dal Dott. Nicola Santoro (allora membro del locale Comitato dei festeggiamenti del santo) in occasione del restauro, avvenuto nell'anno 2000, che richiese il temporaneo trasferimento temporaneo del sacro corpo in altra cassa reliquiaria.